Pistacchio Verde di Bronte DOP, le sue caratteristiche
In questo articolo analizzeremo nel dettaglio quali sono le sue caratteristiche principali del Pistacchio Verde di Bronte DOP e tutta una serie di curiosità sulla sua provenienza e il suo possibile utilizzo.
Il pistacchio di Bronte è un presidio slow food che viene coltivato esclusivamente nella zona nei pressi di Catania da 5000 produttori locali, che ogni giorno crescono con cura quello che viene anche definito “oro verde” per il pregio dei suoi semi.
Inoltre, la particolarità deriva dal fatto che la raccolta viene effettuata ogni due anni e non ogni anno come altri frutti, rendendo raro e prezioso questo dono della terra.
Il terreno, appunto, è la chiave di volta, poiché per crescere adeguatamente è necessario che il clima non sia umido e il suolo dreni perfettamente i ristagni di liquidi, primi responsabili del cattivo raccolto.
Tuttavia non si tratta affatto un prodotto autoctono, ma deve le sue origini ai contadini di Persia e Turchia che per primi ne hanno individuato il potenziale, importandoli in Italia attraverso gli scambi commerciali tra Oriente e Occidente. Nel 2009 è arrivato il definitivo riconoscimento, grazie all’ottenimento della denominazione di origine protetta che ha dato lustro a tutta la regione, ricca di cibo di questo pregio.
Perché il pistacchio di Bronte è così speciale?
Ogni Chicco del pistacchio di Bronte racchiude in sé un’esplosione di sapore, lasciando al palato un gusto decisamente aromatico e dolce.
Il colore è un bel verde smeraldo del tutto diverso dagli altri e le peculiarità derivano quasi del tutto dal terreno vulcanico dal quale ha origine, ricco di ceneri laviche.
Per questo gli ingredienti a base del prodotto hanno una persistenza maggiore in bocca e una quantità di clorofilla decisamente superiore alla media.
Viste le sue proprietà intrinseche non è affatto necessario procedere con una tostatura o una salatura, poiché significherebbe perdere l’anima del pistacchio andandolo a modificare nella sua essenza già perfetta.
La conformazione allungata permette infine di distinguerlo dalle altre tipologie, scegliendo un marchio DOP piuttosto che una normale variante genetica.
Passando alla pianta che lo genera, questa si caratterizza per la presenza di soli semi maschili o soli semi femminili, è solo nel primo caso nascono dei frutti.
Si tratta di arbusti decisamente longevi, che possono vivere fino a 250 anni riproducendosi con una discreta continuità e creando dei grappoli composto da elementi di media grandezza.
Cosa si produce con il pistacchio di Bronte?
Sul mercato è sempre più vasta la gamma di prodotti che può essere realizzata attraverso il pistacchio di Bronte. I primi condimenti che vengono in mente sono il sugo e il pesto, che vengono utilizzati per creare primi dal sapore deciso e soprattutto molto gustoso.
La quantità di seme all’interno è variabile in base alla consistenza che di desidera ottenere e agli altri componenti che vengono aggiunti.
Inoltre, non manca la granella se si vuole condire un pesce particolarmente leggero e soprattutto la crema spalmabile per guarnire gustosi dolci che possano soddisfare anche i palati più esigenti e difficili.
Il pistacchio di Bronte rende il dessert leggermente più sapido, creando un contrasto decisamente gradevole per gli amanti dei sapori più particolari.
A Natale o Pasqua sempre più diffusi sono i panettoni o le colombe che contengono al loro interno questo elemento, dando una nota originale a quella che è la tradizione culinaria del nostro paese.
A tutelare tutta questa genere di produzione ed evitare che dei falsi vengano spacciati per originali, è stato creato un Consorzio di controllo, che possa vigilare su tutta la merce di questo genere e certificate che provenga dalla zona giusta. Per questo ogni confezione viene sottoposta a un rigido protocollo per affermare che possegga tutti i parametri necessari affinché sia giudicata idonea.
Celebrare il pistacchio di Bronte
A testimoniare quanto sia importante per la nostra cucina questo prodotto sono state istituite circa 30 diverse sagre che lo celebrano ogni anno, così da permettere a tutti l’assaggio di un seme certificato D.O.P. della nostra cucina. Si tratta di un ottimo modo per conoscere un sapore autentico ma soprattutto imparare nuove ricette all’interno delle quali poterlo inserire con soddisfazione, come ad esempio la Filletta, una specie di pan di Spagna di origine Siciliana molto apprezzato sul territorio.